PSE IT Circolo Toscana Centro - global news

aggiornato al
1.3.24
Vai ai contenuti










APERTA CAMPAGNA TESSERAMENTO

ANNO 2023


PSE IT Circolo Toscana Centro

 Il 22 settembre 1976, 45 anni fa, fu pubblicato  un mio articolo sul modo di pensare e vivere borghese che aveva contaminato anche le leadership del movimento di sinistra Avanguardia Operaia di cui ero militante.

Il tema è ancora attuale, magari aggravato dalla sconfitta  delle idee di emancipazione libertà e uguaglianza, e dal dilagare del liberismo selvaggio che ha conquistato spazi sempre più ampi come ricorda Bernie Sanders, con rischi per gli equilibri sociali sconvolti dalla pandemia, che come osserva l'economist, sta logorando il mondo liberale di sinistra verso pericolose derive

Un nuovo impegno chiesto a gran voce da Emanuele Macaluso prima che ci lasciasse è necessario, imparando dagli errori del Novecento e dalle derive del potere che  logora anche chi c'è lo ha....
Vincenzo Valenzi






Linkiesta.it (https://www.linkiesta.it/2021/09/economist-sinistra-illiberale). Compagni che cancellano | La sinistra illiberale non è meno pericolosa della destra autoritaria
Uno straordinario numero dell’Economist mette in guardia il mondo occidentale dalla minaccia costituita dalla politica identitaria.

VERSO UNA SOCIETÀ RICCA E GIUSTA PER TUTTI
Il circolo PSE IT riprende le attività di riflessione e di progetto politico dopo il ciclo di incontri da Ugo in Via dei Prefetti a Roma, che videro al tavolo tra gli altri Napoleone Colajanni, Antonio Landolfi, Alessandro Menchinelli, Emanuele Macaluso, protagonisti del tentativo riformista della Seconda metà del Novecento.

Altri incontri si tennero al Caffè Notegen organizzati da Valenzi e Landolfi,  di cui si trova traccia su Radio Radicale in particolare sulla Democrazia compiuta a cui si puntava tra una destra e una sinistra democratica in formazione dopo la caduta della Prima Repubblica.

Tra gli altri temi la Partecipazione Proprietaria dei lavoratori all'azionariato delle imprese http://www.radioradicale.it/scheda/102205/partecipazione-proprietaria-presentazione-del-libro-di-antonio-landolfi-edito-da-dino.
Temi sempre più attuali e critici non solo in Italia e in Europa ma su tutto lo scenario Internazionale sempre più globalizzato e interdipendente con nuove sfide e nuovi equilibri avanzati da costruire tra Stato e Mercato.
C'è bisogno di Politica e di ritorno  al culto dello Stato e dell'Interesse Generale che può e deve trovare un  equilibrio superiore con l'interesse privato.
Una sfida  verso una società Ricca e Giusta per tutti.

Prato 12 Settembre 2020
Vincenzo Valenzi

 DOPO I TRIONFI DEL PSE A LISBONA E MADRID QUALE IDENTITA’ E QUALE FUTURO PER L’AREA PROGRESSITA IN ITALIA


Caro Macaluso

La crisi identitaria di quello che resta della Sinistra italiana continua pericolosamente. Dopo la caduta del Muro di Berlino, dopo tangentopoli, dopo la Bolognina, c’è stata quella trasmutazione di cui parla Gino Strada: “Non vedo più la sinistra, ma solo comitati d’affari” . Strada nel suo stile, esagera alla grande ovviamente http://siamolagente2016.blogspot.com/2017/04/gino-strada-non-vedo.html?m=1D   ma a parte il cedimento all’ebbrezza del potere e al fascino indiscreto della borghesia (come si diceva una volta), c’è stata una svolta pseudoliberista (abbiamo promosso dai monopoli di stato quelli dei privati, a cominciare dalla svendita regalo della gallina dalle uova d’oro di Autostrade per l’Italia ai Benetton https://it.businessinsider.com/quando-i-benetton-acquisirono-autostrade-a-costo-zero-un-regalo-di-prodi-draghi-e-dalema/ . Idem con Telecom, lo smembramento dell’IRI, i cui resti sono stati affidati dall’ex rottamatore al gotha di Confindustria che chiaramente è esperta legittimamente di interessi privati, forse un po' meno di interesse pubblico.

Quello che comunque colpisce delle recenti vicende Europee a parte l’avanzata della destra   sovranista alle elezioni di maggio, la cui scia continua a Madrid in questi giorni con il raddoppio di VOX, è il silenzio quasi addolorato delle varie componenti di quella che fu la Sinistra in Italia PD in primis, senza escludere le molte rappresentanze di quello che fu il socialismo in Italia, in merito al recente trionfo del Partito Socialista Spagnolo e di quello Portoghese qualche settimana fa.

Ho avuto difficoltà a trovare commenti di esponenti del PD sul trionfo dei Socialisti di Sanchez a Madrid, in un contesto che dire difficile è poco, con i frutti maturi del sovranismo separatista che sta sfrangendo la Spagna via Barcellona. Caos che dovrebbe far riflettere anche i vecchi padani che almeno si sono convertiti alla separazione non più della Padania, ma dell’Italia dall’Unione Europea,  con un non annacquato Prima gli Italiani,   a fronte dell’urgenza di una ben più forte e sostanziale unità Politica economica e militare della UE, che deve far fronte alla nuova emergenza sovranista con i dazi di Trump, l’emergenza cinese, crisi militari in ogni dove gli europei si presentano come una più o meno amata armata  di Brancaleone.

A fronte dei trionfi socialisti a Sud e a Nord dell’Europa, invece di festeggiare e indicare la via maestra ai militanti e agli elettori agli  assistiamo alla tentazione di andare oltre IL PSE da Nardella che propone di cancellare il PD e restare solo democratici (francamente ho difficolta a capire che significa), al Capogruppo al Senato che apre ai parlamentari di Forza Italia e che non serve un congresso https://www.ilfoglio.it/politica/2019/10/30/news/marcucci-pd-ci-dice-che-non-serve-un-congresso-e-apre-ai-parlamentari-di-fi-283748/.

Tu poi scrivi “Infine: la battaglia politica contro la destra deve avere anche un contenuto sociale, smascherando la demagogia di una forza che mette in discussione i diritti del mondo del lavoro conquistati in tanti anni. “  Anche su questo una certa riflessione non guasterebbe. Chi ha abolito lo statuto dei lavoratori ? Come e quando siamo passati dal lavoro  contrattualizzato al caporalato cooperativo nel privato e ancora meglio nel pubblico, cedendo le quote di salario dal lavoratore,  alle burocrazie  di questi sistemi di caporalato “cooperativo legale”?

Scrivi ancora: “Spero che il Pd, forza fondamentale del centro sinistra e le altre forze dello schieramento capiscano qual è la posta in gioco per l’Italia e anche per l’Europa”.

 
PSOE is the only party that can guarantee a progressive government to move Spain forward – The Party of European Socialists
Spain’s general election is a chance to cement the country’s positive, progressive, future.
E’ auspicabile che si apra la stagione congressuale che ridefinisca programmi e identità sulla scia di quanto indicato da Luciano Canfora https://ilmanifesto.it/canfora-serve-una-vera-socialdemocrazia-solo-cosi-la-sinistra-tornera-rivoluzionaria/

Nel frattempo non guasterebbe tra una lista  civica e l’altra, riorganizzare la sinistra italiano in circoli territoriali del PSE. Madrid Copenaghen Lisbona  Londra, New York ci dicono che i Socialisti ci sono e debbono fare di più nella nostra epoca divisa tra liberismo selvaggio e sovranismi murari che si rialzano tra un vento di guerra e l’altro.   


il manifesto (https://ilmanifesto.it/canfora-serve-una-vera-socialdemocrazia-solo-cosi-la-sinistra-tornera-rivoluzionaria) Canfora: «Serve una vera socialdemocrazia, solo così la sinistra tornerà rivoluzionaria» | il manifesto «Pd paralizzato, chi non vuole fare l’eremita riprenda l’insegnamento di Brandt, sarà una scelta radicale».

Prato 13 Novembre 2019 Vincenzo Valenzi  



La Grecia, l’Europa e il nodo Stato-Mercato
Di Vincenzo Valenzi 19 Luglio 2015

Un appunto su cui riflettere del 1883 su socialcomunismo e proprietà privata di F. Nietzsche. Ci riconduce alla partecipazione democratica, alla trasformazione dell’uomo da oggetto a soggetto attivo del suo destino e della società, come in qualche modo avrebbe desiderato Marx con le sue teorie che però non hanno superato le prove del Novecento come previsto da Friedrich Nietzsche
Debbo confessare che per me personalmente, già marxista della prima ora, il frammento postumo che segue è stato un pugno nello stomaco, il più pesante e critico appunto che il filosofo tedesco abbia scritto. Con un tono sprezzante oltre i confini dell’offesa personale, Nietzsche fa una analisi del movimento nato dalle teorie di Marx atroce, ma tragicamente e tristemente confermata dall’esperimento sovietico e non solo, che lui aveva invocato in queste righe e previsto nelle sue conclusioni.
Molte questioni restano aperte nelle società moderne democratiche, sul rapporto tra Stato e mercato, tra proprietà privata e proprietà pubblica, tra interesse individuale e interesse generale e molti «esperimenti» indicano punti di equilibri più avanzati che vanno affinati continuamente in quanto come scrive un continuatore del filosofo tedesco la democrazia non può essere un concetto vuoto.
Ciò ci riconduce alla partecipazione democratica, alla trasformazione dell’uomo da oggetto (delle circostanze, del mercato come vediamo in questi giorni) a soggetto attivo del suo destino e della società, come in qualche modo avrebbe desiderato Marx con le sue teorie che però non hanno superato le prove del Novecento come previsto da Nietzsche nelle righe che seguono.
C’è di che riflettere nel mentre l’Europa e non solo è attraversata dalle tempeste dei mercati e mostra una debole reattività (con alcune eccezioni), figlia di quell’indebolimento globale a cui si riferisce il filosofo tedesco, con toni che suonano effettivamente offensivi quasi volgari, ma che dipingono in qualche modo la realtà emergente del nostro tempo.
Su questi temi che avevamo lungamente trattato negli incontri della Comunità della Cultura di Antonio Landolfi al Cafè Notegen continueremo a riflettere e discutere dopo il primo incontro tenuto a Nepi il 3 settembre sull’Arte del Potere e del Governo dello Stato con altri incontri sul rapporto tra Stato e mercato e sul senso dello Stato la sua efficienza e il rapporto tra diritti e doveri nella filiera pubblica privata che in particolare in Italia merita una rivisitazione verso equilibri più avanzati nell’interesse dello Stato e dei singoli, come dimostrano le gravi turbolenze in corso nei vari teatri europei con minacce che puntano sui suoi confini e non solo e dalla rilevanza di uno sviluppo economico ordinato e compatibile ed efficace senza il quale rischia oltre alla perdita di territori, anche alla sconfitta anche più pesante sui mercati con derive tipo Grecia, oltre che nello stesso villaggio globale terrestre che rischia di precipitare nel caos climatico ambientale, nel menefreghismo dei nuovi aspiranti emergenti che non badano alla salute del lavoratore o al livello di qualche inquinante nell’aria o nelle acque, ma a vincere e perché no a stravincere, mentre nel ricco e viziato «primo Mondo» si litiga su capricci vari (vedasi la triste telenovela dell’Ilva di Taranto e mille altre storie equivalenti di ogni giorno con cui si strozzano le proprietà e le imprese ).
Buona domenica di mare o di monti dalla bella Italia che resiste.
Nietzsche sul socialismo marxista
Il socialismo (come tirannia portata alle estreme conseguenze dei più piccoli e dei più sciocchi, dei superficiali, degli invidiosi e di coloro che sono per tre quarti attori) di fatto è la logica conseguenza delle idee moderne e della loro anarchia latente, ma nell’area tiepida del benessere democratico si infiacchiscono le capacità di trarre le conclusioni. Si segue ma non si deduce più.
Per questo il socialismo nel suo insieme è una cosa senza speranza, andata a male e niente è più divertente a vedersi che i socialisti (e di che sentimenti miserandi e acciaccati testimonia perfino il loro stile!) e innocua felicità di agnelli delle speranze e dei desideri. Ma con tutto ciò, in molti posti in Europa oggi è possibile qualche colpo di mano da parte loro. Il prossimo secolo soffrirà di «brontolii» qua e là e la Comune di Parigi, che anche in Germania ha i suoi protettori e fautori forse è stata solo un’indigestione rispetto a quello che verrà.
E tuttavia ci saranno sempre troppi proprietari perché il socialismo possa essere più di una malattia e questi proprietari sono qualcosa come «un uomo una fede»: «bisogna possedere qualcosa per essere qualcosa». Ma questo è il più antico e più sano di tutti gli istinti: io aggiungerei che bisogna voler avere di più di quel che si ha, per diventare di più. Così suona infatti la dottrina che la vita stessa predica a tutto quel che vive: la morale dello sviluppo. Avere e volere di più, in una parola crescita, è la vita stessa.
Nella dottrina socialista mal si cela una «volontà di negazione della vita», debbono essere uomini e razze malriusciti quelli che escogitano una tale dottrina. In effetti io vorrei che si dimostrasse con alcuni grandi esperimenti, che in una società socialista la vita nega se stessa, recide le sue stesse radici. La terra è abbastanza grande, e l’uomo ancora abbastanza inesausto, perché una tale dimostrazione ad absurdum possa apparirmi desiderabile, anche se dovesse venire acquisita e pagata con enorme dispendio di vite umane. In ogni caso il socialismo, come inquieta talpa nel sottosuolo di una società che rotola verso la stupidità, potrebbe essere qualcosa di utile e salutare: per opera sua viene ritardata «la pace in terra» e il totale addomesticamento dell’animale gregario democratico, e il socialismo costringe gli europei a conservare un certo spirito, ossia, astuzia e prudenza, a non rinnegare del tutto le virtù virili e guerresche, e a conservare un resto di spirito, di lucidità, di sobrietà e di freddezza di spirito, per ora è il socialismo a difendere l’Europa dal marasmus feminismus che lo minaccia. (F. Nietzsche 1883)







.
info@uniglobus.it
Created by Marziano
Torna ai contenuti